Luoghi piante animali uomini / Gianfranco Pellegrino

“La “coscienza ecologica” “ci aiuta a capire che sentirsi in colpa come individui non ha senso, data l’insignificanza statistica delle nostre azioni, ma bisogna (…) assumersi responsabilità di specie, per così dire. La coscienza ecologica è una modalità di gestione dell’ansia, della nevrosi derivante dalla fine dell’illusione antropocentrica, dal fatto che sapendo di più perdiamo il vecchio mondo di prima. Ma essa resta perturbante e straniante, perché ci fa scoprire che cosa accade a scale di magnitudine e a scale temporali differenti dalla scala umana, superiori, grandissime, e ci mostra che dobbiamo agire anche a quelle scale, e non solo nell’orizzonte umano, e che non c’è nessuna scala che le governi tutte, e così facendo lavora sul trauma, sulla perdita di significato (o di significato a misura umana, antropocentrico) che derivano da questa scoperta”.

Scrivere, leggere / Elena Ferrante

“(…) l’io di chi vuole scrivere si separa dal proprio pensiero e, nel separarsi, quel pensiero lo vede. Non è un’immagine fissa e definita. Il pensiero-visione si mostra come qualcosa in movimento (…), e ha il compito di mostrarsi prima di svanire (…). Il qualcosa che è davanti agli occhi dell’io – qualcosa di mobile, dunque vivo – deve essere ‘colto con la mano’ dotata di matita e trasformato, sul pezzo di carta, in parola scritta (…). Lo sforzo è dovuto al fatto che il presente – tutto il presente, anche quello dell’io che scrive, una lettera dopo l’altra – non ce la fa a trattenere con nitore il pensiero-visione, che viene sempre prima, che è sempre il passato, e che perciò tende a offuscarsi”.

Oggi, domani / Antonio Prete

“La grande questione del disarmo, e la via degli accordi progressivi tra organismi politici sovranazionali sulla dismissione di armamenti letali e di armi nucleari appare un’illusione sfiorata alcuni decenni orsono e ormai tramontata. Le spese militari nella loro roboante e proterva crescita offendono la povertà, sbeffeggiano le diseguaglianze. Irridono a ogni forma di cultura”.

Oggi, domani / Wisłava Szymborska

“VIETNAM / Donna, come ti chiami? – Non lo so. / Quando sei nata, da dove vieni? – Non lo so. / Perché ti sei scavata una tana sotterra? – Non lo so. / Da quando ti nascondi qui? – Non lo so. / Perché mi hai morso la mano? – Non lo so. / Sai che non ti faremo del male? – Non lo so. / Da che parte stai? – Non lo so. / Ora c’è la guerra, devi scegliere. – Non lo so. / Questi sono i tuoi figli? – Sì”.

Il tempo, la vita, gli altri / Ugo Cornia

“SENTIMENTO DEL TEMPO. È da circa dieci anni che ho questa fastidiosa sensazione che è fatta da due sensazioni diverse, ma che coincidono tra di loro in modo abbastanza esatto: 1) che è passato moltissimo tempo da qualcosa, esempio: la cosa x, ve’, sono già passati trent’anni; la cosa y, ve’, sembra ieri e invece era quindici anni fa; 2) che tutto va velocissimo, tipo, è giugno ma è già quasi settembre; è settembre, ma è già quasi Natale e così via. Tutto non dura più un cazzo. Inoltre saranno già quindici anni che non mi annoio mai, mentre fino ai quaranta avevo una vita che si era formata in un modo che ancora riuscivo ad aver momenti e perfino giornate di noia. La cosa mi dà fastidio, mi sembra di essere entrato in un tunnel lungo qualche chilometro ai trecentocinquanta all’ora e alla fine del tunnel c’è un muro di cemento armato spesso dei metri sul quale è necessario schiantarsi. Spero cambi, ma non credo. Ma magari muoio domani. Chi lo sa”.

Oggi, domani / Roberto Esposito

“Per anni la metafora della liquidità – proposta da Zygmunt Bauman (…) – ha marcato il nostro tempo. (…) Oggi, tuttavia, anche questa geniale metafora comincia a mostrare i segni del tempo (…) perché incapace di dar conto di un ulteriore passaggio, che sembra spingerci del tutto fuori dalla modernità (…) anche da quella fluida e in trasformazione perenne. Il processo che dal solido portava al liquido, sostituendo la velocità del tempo alla lentezza dello spazio, pare essersi invertito. Non appena la globalizzazione ha registrato i primi insuccessi [già precedentemente alla pandemia], generando più problemi di quanti sembrava risolvere, la spazialità torna a rivendicare i propri diritti. Gli Stati sovrani dichiarati anzi tempo rialzano la testa, mentre la geopolitica ridisegna vecchie e nuove zone di influenza.

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Oggi, domani / Luigi Ferrajoli

“L’umanità forma già una società civile planetaria. Ma è attraversata da conflitti e confini che le impediscono di affrontare i suoi tanti problemi globali, i quali richiedono risposte politiche e istituzionali altrettanto globali che certamente non possono essere date dai singoli Stati nazionali. (…) Oggi, perciò, è più attuale che mai il progetto kantiano della stipulazione di una costituzione civile quale fondamento di una federazione di popoli estesa a tutta la Terra”.

Oggi, domani / Thic Nhat Hanh

“Nel protestare contro una guerra, possiamo credere di essere una persona pacifica, un vero rappresentante della pace, ma questa nostra presunzione non sempre corrisponde alla realtà.
Osservando in profondità ci accorgiamo che le radici della guerra sono presenti nel nostro stile di vita privo di consapevolezza.
Se noi non siamo in pace, non possiamo fare niente per la pace”.

Oggi, domani / Antonio Prete

“La politica delle armi, se osservata a distanza di qualche decennio dagli accadimenti, si è sempre rivelata come il rovescio dell’umano, e del razionale, e del sensibile. Abolizione, o sospensione, di quel sentire che fonda il sé sul riconoscimento dell’altro (…) La capacità distruttiva [delle armi] e la loro alleanza con la morte, con la produzione di morte, non sono neutralizzate dal fatto che chi le adopera, o lo vende, o le dona, lo fa per una causa ritenuta giusta. La loro funzione ultima è quella di uccidere e ferire”.