Uno spazio per la scrittura, e la lettura

secondorizzonte spazi della scrittura è un sito di saggi e articoli, poesia, ma soprattutto racconti e romanzi – alcuni dei quali scaricabili gratuitamente cliccando qui – e inoltre pensieri e giudizi venuti da letture e riletture, suggerimenti e citazioni sull’esperienza dello scrivere e altri temi che contano nella nostra vita e nel tempo in cui viviamo. Leggi di più

Scrivere, leggere / George Saunders

“Capita sempre così. La persona che sono nei miei racconti mi piace di più di quella che sono nella realtà. E’ più intelligente, arguta, paziente, spiritosa – ha una visione del mondo più saggia. Quando smetto di scrivere e torno me stesso, mi sento più limitato, testardo e gretto. Però, quanto mi è piaciuto essere per un attimo, sulla pagina, meno stupido del solito”.

Antropodiniego, un condizionamento tuttora operante

Frans de Waal, Siamo così intelligenti da capire l’intelligenza degli animali?, Raffaello Cortina Editore 2016

Chi nutre, nelle sue varie forme, un sentimento di vicinanza e interesse per gli animali, non avendo del tutto abbandonato lo stupore che da bambini la loro presenza suscita, non cessa di interrogarsi, più o meno consapevolmente, sulle ragioni della qualità della relazione che con essi conserva.
Secondo punti di vista e tonalità diverse l’hanno fatto filosofi – come quelli richiamati introducendo la Nota dedicata all’ultimo libro di Alberto Rollo – così come i narratori, quali lo stesso autore di Billy il cane (in queste note lo scorso 20 dicembre).

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Luoghi piante animali uomini / W.G. Sebald

“Il cane, il depositario del segreto, che supera con agilità gli abissi del tempo perché non conosce differenza tra il XV e il XX secolo, sa certe cose meglio di noi. Il suo occhio sinistro (quello addomesticato) ci fissa con attenzione; il destro (quello selvaggio) riceve un po’ meno luce e sembra assente ed estraneo. E tuttavia proprio da questo occhio un po’ adombrato noi ci sentiamo messi a nudo”.

Una critica irrevocabile e sommessa

Paola Baratto, I giorni degli altri, Manni 2025 (pp. 112, euro 14)

Bastano poche righe per ritrovare la cifra e insieme la motivazione profonda della scrittura di Paola Baratto: una presa di distanza dall’esistente, una critica irrevocabile e sommessa del mondo così com’è.
Questa volta tuttavia – rispetto alle precedenti, puntualmente segnalate in queste note da una decina d’anni a questa parte – le voci attraverso le quali questa postura si esprime non sono quelle di poetici outsider, di figure emblematiche e inevitabilmente marginali che animano brevi racconti, ma di due donne, protagoniste di un romanzo che s’arricchisce via via di personaggi e vicende rivelando complesse trame familiari, rimandi e memorie che innervano il presente.

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Oggi, domani / Gustavo Zagrebelsky

“Quelli che noi chiamiamo stati moderni hanno tutti o quasi un monumento al milite ignoto. Un eroe di guerra, un corpo senza nome che è il simbolo di coloro che la guerra la fanno fare agli altri. L’Italia nel primo conflitto mondiale ha fatto la guerra all’Austria, ma i suoi dirigenti hanno mandato in guerra i soldati. Sono loro quelli obbligati a mettere in gioco la vita. La propaganda serve a coprire il sacrificio che compiono, a eccitare gli spiriti con l’amor di patria e l’odio verso il nemico. Bisognerebbe intitolare quelle statue al milite inconsapevole, e chiederci se siamo davvero tutti per la pace”.

Storia, memoria, culture del lavoro

Osvaldo Squassina, Renzo Bortolini, Una lezione di umanità e democrazia. La Fiom di Brescia negli anni Settanta, Fiom-Cgil-Liberedizioni 2025 (pp. 448, euro 19)

Quello che segue è il testo dell’intervento pronunciato da Carlo Simoni nel corso della presentazione del libro il 15 aprile 2025.

Come si può leggere fin dalla presentazione del libro, “le vicende descritte sono state ricostruite, attraverso la consultazione di documenti ufficiali custoditi presso l’archivio storico della Camera del Lavoro di Brescia, dal quale sono stati estratti accordi sindacali, documentazioni sulle vertenze aziendali, testimonianze fotografiche, volantini, articoli di stampa e corrispondenze tra Organizzazioni Sindacali, Associazioni Imprenditoriali e Aziende”.

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La storia è anche racconto della storia

Angelo Bendotti, Stasera mi fucileranno. Giorgio Paglia 1922-1944, Associazione editoriale Il filo di Arianna 2024

È l’ultimo libro che Angelo mi ha inviato, nel novembre dell’anno scorso: l’ultimo in ordine di tempo, nella nostra pratica di scambio di ciò che via via pubblicavamo, fin da quando ci eravamo incontrati nella sua Schilpario, dove l’avevo conosciuto nella veste di ideatore e organizzatore del locale museo etnografico, uno dei primi in Lombardia.

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Il futuro alle spalle

George Orwell, 1984 (Feltrinelli 2021, pp. 384, euro 10; Einaudi 2021, pp. 342, euro 12,50)

Alcuni aspetti della società raccontata da Orwell secondo l’ordine in cui compaiono sin dalle prime pagine: schermi sempre accesi in tutte le case che diffondono in continuazione i principi di comportamento e riferimenti del pensiero da cui è sempre meno possibile e comunque sconsigliabile divergere; la scrittura a mano relegata a pratica tanto sporadica da risultare difficile per chi ormai è abituato a ricevere e comunicare attraverso una macchina definita “parlascrivi”; un’idea del futuro che oscilla fra quella di un tempo del tutto simile al presente e quella di un tempo invece talmente diverso da non poter essere neanche lontanamente sentito come connesso al presente e dunque immaginabile; oltre al “parlascrivi”, altri dispositivi che hanno sostituito il lavoro intellettuale, per esempio le “macchine scriviromanzi”; manifestazioni ricorrenti nelle quali risulta “impossibile evitare di immedesimarsi” e la rabbia che puoi provare per questa omologazione che volente o nolente ti coinvolge finisce con l’apparire persino a te che la provi “un’emozione astratta e vaga”; una “neolingua” che tende a ridurre drasticamente il numero delle parole cancellando l’uso di quelle capaci di rendere sfumature e distinguo nonché, parallelamente, la pratica diffusa e ormai dominante di un “bipensiero”, secondo il quale i significati possono essere invertiti o coesistere benché opposti: senza neolingua e bipensiero non apparirebbero del resto plausibili i tre celebri slogan del Partito: La guerra è pace, La libertà è servitù, L’ignoranza è forza; la solitudine è la regola dell’esistenza dei cittadini soggetti al Partito, ridotti da questa loro condizione oltre che dalla prudenza a mantenere inespressivi i loro visi, ad adeguarsi alla negazione della “dignità delle emozioni”, a camuffare eventuali “segni di sconforto”; i giovani, persino i bambini, sembrano i più propensi ad aderire alle regole tanto da risultare estranei, se non ostili, ai loro stessi genitori; il passato è terreno di continua modifica, i documenti che lo attestano sono sistematicamente manipolati o distrutti, le statistiche alterate o addirittura inventate di sana pianta, giornali e libri periodicamente sottoposti a correzioni, la memoria delle persone è sempre più labile e quella di chi è vissuto prima dell’instaurazione del potere del Partito sempre più frammentata e inevitabilmente destinata a sparire; la guerra è lo stato ordinario e non si conclude mai: ad alimentarla, una continua ridislocazione delle alleanze, volubili quanto imperscrutabili per la gente comune…  E si potrebbe continuare.

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Ideologia carnista

Luca Lo Sapio, Carne coltivata. Etica dell’agricoltura cellulare, Carocci 2024 (pp. 112, euro 13)

Il discorso è chiaro fin dal titolo dell’opera, di tal Charles Patterson, citata nella prima riga: Eternal Treblinka. Our Treatment of Animals and the Olocaust. Viene subito alla mente l’inappellabile sentenza di Adorno: “Auschwitz inizia quando si guarda a un mattatoio e si pensa: sono soltanto animali”. Un libro sui diritti animali dunque? Liberazione animale di Peter Singer è senz’altro un riferimento essenziale per l’autore, così come viene sottolineata l’importanza di riconoscere anche agli animali una vita non solo biologica ma biografica.

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Oggi, domani / George Saunders

“Il mondo è pieno di gente guidata da secondi fini, che cerca di convincerci ad agire al suo posto (spendere al suo posto, combattere e morire al suo posto, opprimere gli altri al suo posto). Ma in noi c’è quello che Hemingway chiamava ‘rivelatore di cazzate incorporato e antiurto’. Come riconosciamo una cazzata? Guardiamo come reagisce la parte più profonda e sincera della nostra mente in sua presenza”.