J.M. Coetzee, Il polacco, Einaudi 2023 (pp. 128, euro 17)
Witold, un pianista polacco, settantenne, solo; Beatriz, una signora di Barcellona, quarantenne, sposata (anche se il suo matrimonio è di quelli che si reggono sull’abitudine, una sostanziale amicizia e parecchie cose che non si dicono). A farli incontrare, un concerto del pianista, che esegue il suo Chopin, assai poco simile al musicista romantico che Beatriz conosceva. Parlano inglese perché lei non capisce il polacco e lui lo spagnolo, e questo rende ancor più difficile comunicare se non in modo formale – secondo Coetzee, l’inglese, quando non è lingua madre ma convenzione linguistica imposta imperialisticamente, è un idioma in cui non si possono dire molte cose, l’amore per esempio.
Continua a leggere Un provvido scetticismo