“(…) pensa che per restare uno scrittore avrebbe dovuto ridiventarlo daccapo (…). È come se non riuscisse a ricordare ciò che…”

“(…) pensa che per restare uno scrittore avrebbe dovuto ridiventarlo daccapo (…). È come se non riuscisse a ricordare ciò che inizialmente, un sacco di anni prima, l’aveva trascinato verso le parole, benché le parole siano ciò con cui tuttora se la vede. Mi sa che è un po’ come il matrimonio, ha detto. Costruisci un intero edificio su un periodo di passione che non si ripeterà. È la base della tua fiducia e qualche volta ne dubiti, ma non ci rinunci perché gran parte della tua vita è fondata su quel terreno”. (Rachel Cusk)

“Se vi sedete al tornio della scrittura, e cominciate a dar forma a un racconto…”

“Se vi sedete al tornio della scrittura, e cominciate a dar forma a un racconto, vi accorgerete che di quanto tempo ci voglia. Un movimento dopo l’altro, con fatica, lentamente, la ruota delle parole scava dei suoni, nell’animo, negli eventi. Un personaggio nasce frase dopo frase, un rammarico dopo l’altro, una sconfitta segue la successiva. Il martello del subito non è tra gli strumenti di un grande scrittore”. (Giulio Busi)

“Ogni giorno mi siedo alla scrivania e mi dico che sono proprio fortunato…”

“Ogni giorno mi siedo alla scrivania e mi dico che sono proprio fortunato a fare questo lavoro. Un po’ alla volta, sono migliorato in quello che faccio. In un certo senso ogni libro è stato migliore del precedente. O piuttosto ho continuato a cercare di comprendere meglio quello che faccio o che cerco di dire. Di sbagliare meglio, diciamo”. (Paul Auster)

“(…) chi scrive preferisce in genere essere solo…”

“(…) chi scrive preferisce in genere essere solo. Naturalmente, ci spiegherà che lo fa proprio perché ama il prossimo: si isola solo per concentrarsi meglio e raggiungerlo più compiutamente con le sue frasi. Eppure, anche se lo scritto si rivolge a un tu, leggendo si sente spesso il sapore della solitudine”. (Luigi Zoja)

“Senza una rappresentazione vigorosa delle cose – animate o inanimate…”

“Senza una rappresentazione vigorosa delle cose – animate o inanimate –, senza la rappresentazione di ciò che è reale, non resta niente. La linfa vitale della narrativa è la concretezza, l’incessante concentrazione sui particolari, il fervente interesse per la natura singolare delle cose e la profonda avversione per le generalizzazioni”. (Philip Roth)

“L’ispirazione è un fenomeno misterioso e non sempre uno scrittore…”

“L’ispirazione è un fenomeno misterioso e non sempre uno scrittore sa perché scrive quella certa storia che scrive. A me è capitato che una storia da 300 pagine mi venisse incontro bell’e pronta in mezzo minuto, mentre attraversavo la strada. Dovevo solo trovare il tempo di mettermi a scriverla e una volta terminata, riuscire a definire di che cosa il libro trattasse, in modo che ne potessi parlare”. (Auður Ava Ólafsdóttir)

“Dietro la maschera del progetto intellettuale nella stesura di un romanzo…”

“Dietro la maschera del progetto intellettuale nella stesura di un romanzo c’è un enorme lavoro tecnico. Per i lettori quello che conta è l’intenzione intellettuale, il percorso che lo scrittore intraprende quando scrive, ma dal punto di vista del romanziere è la tecnica narrativa che bisogna avere e che sostiene la struttura del testo. (…) I lettori pensano all’ispirazione dello scrittore, mentre io credo che sia più una questione di traspirazione; lo scrittore suda”. (Pierre Lemaitre)

“Il fatto è che ero lì, all’età di 40 anni. Avevo…”

“Il fatto è che ero lì, all’età di 40 anni. Avevo una moglie bellissima, tre bellissimi bambini, li adoravo tutti. Ma non ero veramente felice. Non è necessariamente la maledizione dello scrittore, questo. Ma forse è la maledizione dello scrittore di esserne consapevole, chiedersi: perché tutto questo, tutto quello che ho, non è abbastanza?”. (Karl Ove Knausgård)

“[La poesia] È arrivata come una visita ed è rimasta tale. Viene e va…”

“[La poesia] È arrivata come una visita ed è rimasta tale. Viene e va quando le pare, la chiamo e le obbedisco. Mi ha potato il senso del dono impensato. (…) La poesia mi ha dato un destino. E poi solo lei sa dire quanto siamo complessi e frammentati. So quel che sono solo scrivendo”. (Chandra Livia Candiani)