
Chiara Valerio, La tecnologia è religione, Einaudi 2023 (pp. 116, euro 13)
Il nipotino, cinque anni, divarica pollice e indice per ingrandire la fotografia, come se la pagina del libro fosse lo schermo del cellulare: “Zia, il libro non funziona”, conclude infastidito. Il raccontino, più efficacemente di una presentazione argomentata, ci introduce al tema: viviamo in un mondo – l’unico, per un bambino, “in cui la tecnologia è sufficientemente potente da mimare la realtà”, generando una possibile confusione tra fatti e rappresentazioni. Un effetto non voluto che, occorre comunque riconoscere, “epoca dopo epoca, ha rappresentato il grande correttivo e amplificatore delle possibilità dei corpi”: “il corpo non ci basta più e in fondo non ci è mai bastato”. Perché mortale, innanzitutto: corpo di carbonio che tuttavia, da qualche tempo, è affiancato da corpi di silicio. A una “sostanza trovata” s’è aggiunta una “sostanza creata”.
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