“Dobbiamo evitare il pessimismo disfattista e paralizzante, destinato a convertirsi nella rassegnata accettazione dell’esistente. Senza la speranza di tempi migliori, scrisse Kant, un serio desiderio di fare qualcosa di utile per il bene generale non avrebbe mai eccitato il cuore umano. Giacché la speranza nel progresso [sociale e civile] forma il presupposto dell’impegno morale e di quello politico, e si oppone perciò all’accettazione passiva di quanto accade o non accade. Questa speranza non è il frutto di un generico ottimismo. Essa si fonda sulla ragione, cioè sulla convinzione che la soluzione dei problemi globali dipende dall’espansione a livello sovranazionale del paradigma garantista e costituzionale e dall’unificazione, a tal fine, delle energie e delle passioni di tutti gli esseri umani intorno a battaglie comuni, contro minacce comuni, per la salvezza comune”.
Diari
Con le parole degli altri: diari di lettura che, attraverso la riproposizione di passaggi tratti da opere narrative e saggistiche di autori diversi, suggeriscono riflessioni su temi nodali e questioni che ci interrogano. Leggi di più
Il tempo, la vita, gli altri / Slavoj Žižek
“Il pessimismo è il modo migliore per mantenere un pizzico di ottimismo. Se sei ottimista e le cose vanno male, perdi ogni fiducia nel futuro. Se sei pessimista e qualcosa va bene, ti resta un barlume di speranza”.
Scrivere, leggere / Fernando Aramburu
“Proseguo nella mia campagna di spargimento di libri per la città. Sugli scaffali cominciano a formarsi dei vuoti. Verifico che, a mano a mano che la biblioteca si riduce, mi fa meno male separarmi dai libri, perfino da quelli che in un dato momento hanno avuto per me un significato speciale. (…) A che scopo ho letto tanto? Da cosa mi hanno salvato i libri? So benissimo che non mi hanno salvato da nulla: ma in qualche modo bisognava riempire il tempo e dare adito alla speranza di capire, di mettere insieme una manciata di conoscenze e, con un po’ di fortuna, di ampliare il mio orizzonte vitale”.
Oggi, domani / Salvatore Quasimodo
“UOMO DEL MIO TEMPO / Sei ancora quello della pietra e della fionda, / uomo del mio tempo. Eri nella carlinga, / con le ali maligne, le meridiane di morte, / t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche, / alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu, / con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio, / senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora, / come sempre, come uccisero i padri, come uccisero / gli animali che ti videro per la prima volta. / E questo sangue odora come nel giorno / quando il fratello disse all’altro fratello: / «Andiamo ai campi». E quell’eco fredda, tenace, / è giunta fino a te, dentro la tua giornata. / Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue. / Salite dalla terra, dimenticate i padri: /le loro tombe affondano nella cenere, / gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore”.
Luoghi piante animali uomini / Marc Augé
“Se un luogo può definirsi come identitario, relazionale, storico, uno spazio che non può definirsi né identitario né relazionale né storico, definirà un non luogo”.
Scrivere, leggere / Julian Barnes
“[Un romanzo] Racconta delle menzogne belle e ben confezionate che racchiudono verità crudeli e precise”.
Il tempo, la vita, gli altri / Simonetta Agnello Hornby
“Preferisco essere vecchia che anziana. Avendo ormai quasi 76 anni mi capita a volte di dimenticare una o più cose. Ma un certo lieve stato confusionale è preferibile alla morte. Tutto è più leggero, svagato, incosciente. Come guadagnare una nuova infanzia. Non mi infastidirà che un giorno qualcuno mi prenda per mano e mi orienti. Sarà solo un altro stadio della vita”.
Oggi, domani / Slavoj Žižek
“Ci stiamo avvicinando a una tempesta perfetta, in cui una serie di catastrofi (pandemia, riscaldamento globale, scarsità di cibo e di acqua, guerre…) si rafforza a vicenda, tanto che la scelta non è semplicemente fra guerra e pace, ma uno stato di emergenza mondiale in cui le priorità cambiano di continuo. La follia di fondo della situazione necessita di una spiegazione: in un’epoca in cui quasi tutti riconoscono che la nostra stessa sopravvivenza è a rischio per ragioni ecologiche (e non solo), e in cui tutto quello che facciamo dovrebbe essere subordinato alle misure per far fronte a questo pericolo, all’improvviso la preoccupazione principale è diventata una nuova guerra che può solo abbreviare la via verso il nostro suicidio collettivo. In un momento in cui la cooperazione a livello globale è più necessaria che mai, lo ‘scontro di civiltà’ è tornato in grande stile”.
Scrivere, leggere / Daniele del Giudice
“C’è chi sceglie un suo pubblico. Io non ho scelto mai nessun pubblico. Quello che dovevo dire, e quello che vorrei ancora dire, lo faccio senza target, senza destinazione, non ho in mente un lettore specifico. Scrivo quello che posso, che so scrivere, e cerco di farlo il meno peggio. Non mi frega niente del target, ne posso fare a meno”.
Luoghi piante animali uomini / Gianfranco Pellegrino
“La “coscienza ecologica” “ci aiuta a capire che sentirsi in colpa come individui non ha senso, data l’insignificanza statistica delle nostre azioni, ma bisogna (…) assumersi responsabilità di specie, per così dire. La coscienza ecologica è una modalità di gestione dell’ansia, della nevrosi derivante dalla fine dell’illusione antropocentrica, dal fatto che sapendo di più perdiamo il vecchio mondo di prima. Ma essa resta perturbante e straniante, perché ci fa scoprire che cosa accade a scale di magnitudine e a scale temporali differenti dalla scala umana, superiori, grandissime, e ci mostra che dobbiamo agire anche a quelle scale, e non solo nell’orizzonte umano, e che non c’è nessuna scala che le governi tutte, e così facendo lavora sul trauma, sulla perdita di significato (o di significato a misura umana, antropocentrico) che derivano da questa scoperta”.
Oggi, domani / Marco Balzano
“se scavi sotto l’erba della collina / vedrai che si fa rossa la terra. / Qui tutti lo sanno che quel carminio / che si attacca alle dita è sangue di fossa. / Tutti lo sanno che la guerra che ammazza / fa cimiteri che non indica la mappa (…)”.
Il tempo, la vita, gli altri / Bernard le Bovier de Fontenelle
“A memoria di rosa, non si è mai visto morire un giardiniere”.
Scrivere, leggere / Elena Ferrante
“(…) l’io di chi vuole scrivere si separa dal proprio pensiero e, nel separarsi, quel pensiero lo vede. Non è un’immagine fissa e definita. Il pensiero-visione si mostra come qualcosa in movimento (…), e ha il compito di mostrarsi prima di svanire (…). Il qualcosa che è davanti agli occhi dell’io – qualcosa di mobile, dunque vivo – deve essere ‘colto con la mano’ dotata di matita e trasformato, sul pezzo di carta, in parola scritta (…). Lo sforzo è dovuto al fatto che il presente – tutto il presente, anche quello dell’io che scrive, una lettera dopo l’altra – non ce la fa a trattenere con nitore il pensiero-visione, che viene sempre prima, che è sempre il passato, e che perciò tende a offuscarsi”.
Luoghi piante animali uomini / Arne Næs
“Noi siamo nella, e della, natura, fin dalla nostra origine. La società e le relazioni umane sono importanti, ma il nostro sé è molto più ricco nelle sue relazioni costitutive”.
Oggi, domani / Antonio Prete
“La grande questione del disarmo, e la via degli accordi progressivi tra organismi politici sovranazionali sulla dismissione di armamenti letali e di armi nucleari appare un’illusione sfiorata alcuni decenni orsono e ormai tramontata. Le spese militari nella loro roboante e proterva crescita offendono la povertà, sbeffeggiano le diseguaglianze. Irridono a ogni forma di cultura”.
Il tempo, la vita, gli altri / Albert Einstein
“Le persone che credono nella fisica, sanno che la distinzione fra passato, presente e futuro è solo un’illusione ostinatamente presente”.
Scrivere, leggere / Umberto Eco
“Di ciò di cui non può teorizzare si deve narrare”.
Luoghi piante animali uomini / Timothy Morton
“Una coscienza ecologista non è una dotazione opzionale che si possa aggiungere all’occasione alle regole e alle pratiche normalmente in uso nell’economia o in politica o dove si voglia. È piuttosto qualcosa che richiede un ripensamento radicale di tutto”.
Oggi, domani / Wisłava Szymborska
“VIETNAM / Donna, come ti chiami? – Non lo so. / Quando sei nata, da dove vieni? – Non lo so. / Perché ti sei scavata una tana sotterra? – Non lo so. / Da quando ti nascondi qui? – Non lo so. / Perché mi hai morso la mano? – Non lo so. / Sai che non ti faremo del male? – Non lo so. / Da che parte stai? – Non lo so. / Ora c’è la guerra, devi scegliere. – Non lo so. / Questi sono i tuoi figli? – Sì”.
Il tempo, la vita, gli altri / Ugo Cornia
“SENTIMENTO DEL TEMPO. È da circa dieci anni che ho questa fastidiosa sensazione che è fatta da due sensazioni diverse, ma che coincidono tra di loro in modo abbastanza esatto: 1) che è passato moltissimo tempo da qualcosa, esempio: la cosa x, ve’, sono già passati trent’anni; la cosa y, ve’, sembra ieri e invece era quindici anni fa; 2) che tutto va velocissimo, tipo, è giugno ma è già quasi settembre; è settembre, ma è già quasi Natale e così via. Tutto non dura più un cazzo. Inoltre saranno già quindici anni che non mi annoio mai, mentre fino ai quaranta avevo una vita che si era formata in un modo che ancora riuscivo ad aver momenti e perfino giornate di noia. La cosa mi dà fastidio, mi sembra di essere entrato in un tunnel lungo qualche chilometro ai trecentocinquanta all’ora e alla fine del tunnel c’è un muro di cemento armato spesso dei metri sul quale è necessario schiantarsi. Spero cambi, ma non credo. Ma magari muoio domani. Chi lo sa”.
Scrivere, leggere / Luca Doninelli
“Ciò che fa un romanzo non è necessariamente un’unica storia. Un romanzo è un insieme di storie tenute insieme da un’idea, da un pensiero che, cammin facendo, dall’incipit in avanti, acquista forza, fino allo svelamento finale”.