Eugen Fink, Oasi del gioco, Raffaello Cortina Editore 2008 (pp. 78, euro 9,50)
Il gioco può essere una buona cosa, ma non è una cosa seria, nell’opinione comune. Diversamente la pensa il filosofo, collaboratore di Husserl e di Heidegger, per il quale gioco è invece una dimensione esistenziale, una forma fondamentale per la vita quanto il lavoro, il potere, l’amore e la morte. Lo prova il grande spazio che al gioco, alle sue occasioni, alle strutture che lo rendono possibile riservano le società contemporanee, anche se – avverte un altro filosofo, Pier Aldo Rovatti, nella prefazione – altra cosa è il gioco di cui questo libro parla dal “divertimento organizzato dall’esterno” proprio delle nostre società-spettacolo che deformano e industrializzano l’intrattenimento”.
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