Luce d’Eramo / Scrivere, leggere

“Scrivere storie è un solitario stare assieme agli altri (liberatisi in personaggi) senza dar loro impiccio. Forse mi concentro a scrivere perché provo un sollievo straordinario dall’io ingombrante: quando si scrive, ci si annulla nei personaggi e si è liberi da se stessi; la più grande libertà è proprio da se stessi. (…) Siamo sopraffatti dall’io, lo portiamo ovunque, tutto è sempre riferito a noi stessi. Che sollievo invece seguire le proprie vicende personali come se accadessero a un altro: ho quasi imparato a guardare la mia realtà, le mie difficoltà, i miei nemici, con occhio narrativo. Forse proprio il bisogno di scomparire è lo scopo inconscio, il motivo di fondo, la molla dello scrivere. (…) Scrivo per scomparire, per accettare la morte. Come se fossi morta. (…) Infilarsi nella scrittura, se da un lato mi consuma, dall’altro mi alleggerisce la vita: mi guardo come rappresentazione”.

Luoghi piante animali uomini / Luisella Battaglia

“Noi siamo misteriosamente simili agli animali e misteriosamente diversi. Riuscire a gettare anche solo uno sguardo alla loro vita enigmatica, coglierne l’intensità in un sia pur breve lampo, guardare con laico stupore al miracolo della natura significa accogliere con gratitudine il mistero e la grazia che gli animali apportano alla nostra vita”.

Scrivere, leggere / George Saunders

“Capita sempre così. La persona che sono nei miei racconti mi piace di più di quella che sono nella realtà. E’ più intelligente, arguta, paziente, spiritosa – ha una visione del mondo più saggia. Quando smetto di scrivere e torno me stesso, mi sento più limitato, testardo e gretto. Però, quanto mi è piaciuto essere per un attimo, sulla pagina, meno stupido del solito”.

Luoghi piante animali uomini / W.G. Sebald

“Il cane, il depositario del segreto, che supera con agilità gli abissi del tempo perché non conosce differenza tra il XV e il XX secolo, sa certe cose meglio di noi. Il suo occhio sinistro (quello addomesticato) ci fissa con attenzione; il destro (quello selvaggio) riceve un po’ meno luce e sembra assente ed estraneo. E tuttavia proprio da questo occhio un po’ adombrato noi ci sentiamo messi a nudo”.

Oggi, domani / Gustavo Zagrebelsky

“Quelli che noi chiamiamo stati moderni hanno tutti o quasi un monumento al milite ignoto. Un eroe di guerra, un corpo senza nome che è il simbolo di coloro che la guerra la fanno fare agli altri. L’Italia nel primo conflitto mondiale ha fatto la guerra all’Austria, ma i suoi dirigenti hanno mandato in guerra i soldati. Sono loro quelli obbligati a mettere in gioco la vita. La propaganda serve a coprire il sacrificio che compiono, a eccitare gli spiriti con l’amor di patria e l’odio verso il nemico. Bisognerebbe intitolare quelle statue al milite inconsapevole, e chiederci se siamo davvero tutti per la pace”.

Oggi, domani / George Saunders

“Il mondo è pieno di gente guidata da secondi fini, che cerca di convincerci ad agire al suo posto (spendere al suo posto, combattere e morire al suo posto, opprimere gli altri al suo posto). Ma in noi c’è quello che Hemingway chiamava ‘rivelatore di cazzate incorporato e antiurto’. Come riconosciamo una cazzata? Guardiamo come reagisce la parte più profonda e sincera della nostra mente in sua presenza”.

Oggi, domani / Franco Volpi

“È stato detto, rovesciando la famosa tesi di Marx [“I filosofi hanno interpretato il mondo in modi diversi, ma si tratta di trasformarlo” (1845)], che non basta più trasformare il mondo, perché esso cambia anche senza il nostro intervento. Si tratta di interpretare adeguatamente tale cambiamento affinché esso non sfoci in un regnum hominis privo del suo monarca”.