A. Tagliapietra, I cani del tempo. Filosofia e icone della pazienza, Donzelli 2022 (pp. 191, euro 34)
Lasciamo da parte i riferimenti, numerosi e puntuali, alla storia del pensiero filosofico e a quella dell’arte, che ricorrono ad ogni pagina. L’originalità di questo libro sta innanzitutto nel fare, e nel costringerci a fare, i conti con una virtù d’altri tempi, la pazienza: “Nella trama della contemporaneità, là dove l’affermazione del progetto ideologico della ragione strumentale votata alla produzione per la produzione sembra giungere a compimento, innervando con virale capillarità e pervicace ostinazione le forme della vita quotidiana, la pazienza appare una virtù del tutto inattuale. (…) L’impazienza può essere ritenuta la cifra contemporanea dell’esperienza soggettiva o, se si vuole, la causa stessa della sua mancanza, vale a dire il movente per cui si inseguono, con sempre maggiore frenesia, situazioni e circostanze che sembrano cariche di esperienze possibili, ma che, una volta raggiunte, non mantengono mai quello che avevano promesso”.
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