Le luci e le ombre dell’amicizia maschile

Roddy Doyle, Love, Guanda 2020 (pp. 352, euro 18,50)

Due amici, irlandesi, quasi sessantenni. Davy è andato ad abitare in Inghilterra – l’ha voluto la moglie, donna indipendente, imprevedibile, fascinosa –ma è a Dublino da qualche mese per assistere il padre, ormai alla fine.  Una sera telefona a Joe, grande amico fin dai tempi della scuola. E fanno quello che fanno da quelle parti: il giro dei pub, a bersi non san più neanche loro quante pinte di birra. “I pub, il mondo degli uomini”. Le donne, in netta minoranza in questo ambiente, “erano ospiti. Gli uomini i padroni di casa”. “Gli uomini uscivano da un mondo per entrare in quello vero. Quello segreto. Quello sacro. Quello che conoscevano soltanto loro. (…) Fuori era tutta una messinscena, giusto sopportazione. La vita era il pub”.

E in diversi di questi luoghi si svolge la storia, fatta del racconto di un fatto accaduto trentasette anni prima. In un pub, ovviamente: i due avevano conosciuto Jessica. “La nostra ragazza” l’avevano chiamata subito, perché ne erano stati entrambi ammagliati. Ma è Joe che casualmente la rincontra quasi quattro decenni più tardi. Ed è fatta: gli sembra di essere rimasto sempre con lei, come se gli anni, un matrimonio – felice, per altro – e i figli non ci fossero stati, non contassero. Li lascia infatti, per mettersi con lei, Jess. Perché fin dalla prima volta che si rivedono, dopo quell’incontro imprevisto, lui ha sentito di “essere entrato nei giorni che gli restavano da vivere”, ha sentito di coincidere con la propria vita, come se un vuoto di cui credeva di non sapere si fosse improvvisamente colmato. Il che non gli impedisce di continuare ad amare la moglie… Tutto qui: la storia è questa. Detta, ripetuta in cento modi, in una serata alcolica che è Davy a raccontare. Davy, che ascolta l’amico e capisce, perché la sa anche lui la differenza che c’è fra “star bene”, con una donna, e l’esserne innamorati…

Il tema vero del libro è l’amicizia maschile, le sue luci e le sue ombre. I due si spiano, misurano quanto di quel che era è rimasto nell’altro, e quanto invece è cambiato, dell’altro facendo lo specchio di sé stessi. Un’amicizia vera, comunque, che permette di dire tutto, anche quello che indispone, in un andirivieni fra passato e presente che sembra azzerare il tempo. Anche se il tempo si fa sentire: la vecchiaia è alle porte, lo sanno tutt’e due, i segni non mancano, anche si ci scherzano sopra. Ma il fatto è che l’amore è ancora lì – esperienza decisiva della vita, a conti fatti. Tanto da intitolarci il libro. L’amore. Dimensione pervasiva, diversa nelle diverse stagioni della vita, diversa nelle diverse relazioni che si vivono. L’amore, ma anche la fine, la morte: nella forma dell’agonia del padre di Davy, che conclude il libro, in pagine che gettano luce su tutto quanto ha preceduto.

E c’è dell’altro, a fare di questo romanzo una lettura in cui si sprofonda, battuta dopo battuta: la storia è affidata quasi interamente al dialogo. Un dialogo spezzato, pieno di interruzioni, di mezzi insulti, di scuse e messe a punto, di ironia e umorismo.

È così che si parla delle cose che contano nella vita, sembra dirci l’autore. È così che ne sanno parlare gli uomini, quanto meno.

Questo testo compare anche nel sito della nuova libreria Rinascita di Brescia, alle cui attività culturali Carlo Simoni collabora.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *