Volti della città e percorsi delle esistenze

Patrick Modiano, Ricordi dormienti, Einaudi 2018 (pp. 83, euro 15)

“Mi è capitato più volte di imbattermi nelle stesse persone per le vie di Parigi, persone che non conoscevo. A forza di incrociarle per strada, i loro visi mi diventavano familiari. Credo che mi ignorassero e che solo io notassi quegli incontri fortuiti. Altrimenti ci saremmo salutati o avremmo scambiato due parole. (…) Per consolarmi annotavo scrupolosamente il luogo esatto e l’aspetto fisico di questi sconosciuti.” Del resto, lui, il protagonista, annota anche le parole che ascolta per caso in un bar, per la strada: perché non vadano perdute.

Volti, parole, ma soprattutto ricordi, disseminati in una città di cui si offrono in quantità riferimenti topografici e toponomastici precisi, ma che rimane evanescente, quanto gli amori che ai luoghi restano legati, gli uni e gli altri immersi nella fluidità del sogno.

Ricordi che s’era creduto d’aver smarrito ed erano invece dormienti, e la scrittura sa risvegliare. Una scrittura apparentemente svagata, digressiva, ma in realtà capace di aderire alle pieghe di un’immaginazione sempre al lavoro, sempre all’erta, nell’attesa di incontri che potrebbero risolversi in rivelazioni capaci di far luce sui “misteri di Parigi”, di cui il protagonista è da sempre curioso. Non collezionista, non storico, ma appassionato cultore degli insondabili rimandi fra i volti della città e i percorsi delle esistenze, perché “Parigi è così, disseminata di punti nevralgici e delle forme molteplici che le nostre vite avrebbero potuto assumere”, e di tracce preziose, ancorché enigmatiche, che riportano a momenti della propria vita, a persone che ci si era sforzati di dimenticare, e che invece “ritornano a galla come corpi annegati all’angolo di una strada, dopo decine di anni, a certe ore del giorno”. In una Parigi dove può accadere di trovarsi in “luoghi incerti, specchi di una stagione in cui il tempo sembra essersi fermato – luoghi che spariscono non appena la vita riprende il suo corso e la città il suo aspetto consueto.”

Gli interminabili esercizi di memoria di Modiano sembrano aver trovato il loro più felice approdo in questo paesaggio fluttuante, che lascia a tratti intravedere le strade che la vita non ha preso.

Questo testo compare anche nel sito della nuova libreria Rinascita di Brescia, alle cui attività culturali Carlo Simoni collabora

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *