Lo sguardo antropologico di Ugo Fabietti sul Medio Oriente

Ugo Fabietti, Medio Oriente. Uno sguardo antropologico, Raffaello Cortina editore, 2016, pp.300, euro 24

L’autore è fra i relatori del secondo incontro del ciclo “Islam. Il bisogno di capire”, venerdì 13 maggio alle ore 18 in libreria

Antropologico: non storico, geopolitico o politologico, filosofico o teologico. Uno sguardo capace di fare argine all'”ondata ideologica spesso odiosa e ignorante” che ha occupato il campo mediatico occidentale dopo l’11 settembre. Uno sguardo capace di contrastare la semplificazione bugiarda dello “scontro di civiltà”, frutto avvelenato delle teorie dei politologi americani la cui fortuna si è alimentata della resistenza diffusa a “comprendere la diversità nei suoi propri termini” applicando invece “in maniera spontanea e ingenua le nostre categorie alla comprensione della differenza”. Uno sguardo capace di spostarsi dalle personalità e dagli eventi politici e dalla dichiarazioni ideologiche per occuparsi di culture (al plurale) che abitano il Medio Oriente, un’area che va dal Marocco al Pakistan, caratterizzata da “tratti culturali riconducibili allo stesso sistema di significati” anche se attraversata da differenze profonde.
E culture, per l’antropologo, non sono quelle alte, dei pensatori e degli scrittori: sono quelle di tutti, che si manifestano nell’immaginario, nella vita quotidiana, nelle strategie di vita individuali. Culture prese tra spinte verso la laicità e il fondamentalismo religioso, la fame di democrazia e la gerarchia dei rapporti d’autorità, la tradizione e la modernità: proprio per questo dilaniate da contraddizioni capaci di generare “una conflittualità da esportazione”.

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