Il bisogno di denaro e la paura della morte

Claudio Piersanti, Ogni rancore è spento, Rizzoli 2023 (pp. 288, euro 19)

Il titolo richiama alla mente il romanzo di Vita Sackville-West, Ogni passione spenta, ma qui di passione non ci sono tracce. A meno che il rancore non lo si voglia annoverare fra quelle passioni tristi che caratterizzano il nostro tempo. È infatti una rabbia sottotraccia a dominare il protagonista, un sentimento che trae origine dalla storia familiare, segnata dal solito padre assente e dall’altrettanto ricorrente figura della madre vittima della prepotenza disinvolta del consorte. L’autore – ed è questa la parte più convincente del romanzo – fa emergere poco alla volta un carattere, un modo di stare al mondo che è andato via via formandosi in questo brillante viceprimario, sempre aggiornato ma anche attento al suo tornaconto (in nome del quale ha abbandonato l’ospedale pubblico per la clinica privata in cui vecchi danarosi concludono le loro esistenze), diagnosta geniale, affabile quanto basta con i colleghi e comprensivo con i pazienti.

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Il tempo, la vita, gli altri / Élie During

“Essere umano, essere una persona (…) richiede un continuo sforzo di aggiustamento, motivo per cui è così faticoso essere una persona, (…) una distrazione o un rilassamento fondamentale, una fatica di essere, minaccia in ogni momento di interrompere lo ‘sforzo estenuante’ richiesto per dare ai proprio pensieri e alle proprie azioni la continuità che permette di riconoscere una persona”.

Un intrico di minacce incombenti

Nancy Fraser, Capitalismo cannibale. Come il sistema sta divorando la democrazia, il nostro senso di comunità e il pianeta, Laterza 2023 (pp. 204, euro 20)

“Un intrico di minacce incombenti e di problematiche in atto” gravano sul nostro mondo: dal “debito schiacciante” ai “servizi in calo”, dall’“irrigidimento delle frontiere” a “pandemie letali e condizioni meteorologiche estreme, il tutto sovrastato da disfunzioni politiche che inibiscono la nostra capacità di immaginare e di implementare soluzioni”. L’inizio ci riporta là dove ci aveva lasciato la diagnosi di Nouriel Roubini (in queste note nello scorso maggio), ma l’autrice promette di andare oltre, “diagnosticando le cause della malattia e – soprattutto – facendo i nomi dei colpevoli, l’una e gli altri accomunabili nella formula che dà il titolo al libro: capitalismo – un termine che solo di recente pare essere ricomparso nel discorso pubblico – non semplicemente come sistema economico, ma come “tipo di società”; cannibale perché ne è costituiva la necessità di divorare tutto ciò che non rientra – non si vuole rientri – nella contabilizzazione economica: dalle risorse delle comunità al lavoro di cura, dagli ecosistemi ai beni comuni, dai poteri pubblici alle energie dei lavoratori e alle capacità di azione collettiva.

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Scrivere, leggere / Valerio Magrelli

“Chi fa questo mestiere, / lavorare studiando, / a volte pensa che i libri lo arricchiscano. / Non è così: ci divorano vivi, / ci divorano e spolpano, / ci scavano e assottigliano. / Più vivo, più dimentico tutto quanto sapevo. / Non so più niente; anzi, / sono spazzato via da ciò che ho letto. / Mi riduco a una briciola, corroso / eroso da tutte quelle storie / che hanno soffiato anni e anni su di me. / I libri ti lavorano, come il vento la roccia. / Ogni libro che leggo, mi lima, mi cancella e smeriglia, aspro agente atmosferico. / Più leggo, più sparisco: / mi atrofizzo, / polverizzato dalle parole altrui”.

Le rotture ci definiscono, forse più dei legami

Claire Marin, La fine degli amori e altri adii che trasformano la nostra vita, Einaudi 2023 (pp. 128, euro 15)

“Ci piacerebbe che la rottura fosse un taglio netto (…). Invece la rottura è una lacerazione: “Anche rotti, i legami possono continuare a essere sensibili, membro di un’equazione fantasma, testimoni di una vita passata”. Che abbandoniamo o siamo abbandonati un residuo della presenza dell’altro è ineliminabile: non c’è lavoro del lutto che riesca al cento per cento ci ha ricordato Recalcati nel suo recente La luce delle stelle morte. Saggio su lutto e nostalgia (in queste note lo scorso marzo). Ma in questo libro la morte non c’è. O meglio: non le è dedicato un capitolo specifico, come invece alla nascita in quanto “prima rottura in ordine di tempo”, che ogni rottura forse riprende nel corso della vita. Ma non c’è, in ogni rottura, anche un presentimento della morte?

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Oltre l’accecante scontatezza della quotidianità

Karl-Markus Gauss, Viaggio avventuroso intorno alla mia camera, Keller 2023 (pp. 240, euro 18)

Il titolo ripropone quello dell’opera di quell’“arguto reazionario” che fu Xavier de Maistre (ma anche i reazionari possono scrivere libri da leggere, vedi Céline), aggiungendovi però quell’avventuroso di cui l’autore si incarica di render conto coinvolgendoci sin dalle prima pagine in viaggi che dalla sua casa e dalle sue cose – soprattutto quelle “cose di cui non si ha bisogno, e appunto per questo non possiamo farne a meno” – ci portano a incontrare luoghi e personaggi disparati, persi nella lontananza, quasi del tutto dimenticati.

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Il segreto rimorso del genere umano verso gli animali

Serenella Iovino, Gli animali di Calvino. Storie dall’Antropocene, Treccani 2023 (pp. 214, euro 18)

Se si è fra quelli che, come l’autrice, sono persuasi di quanto “Calvino ci aiuti a leggere il nostro presente”, non si può evitare di interrogare lo scrittore anche sul più grande problema di oggi, la crisi ambientale. Cercare nelle sue opere narrative, nei suoi saggi e nei suoi articoli riferimenti espliciti e aggiornati sarebbe ovviamente poco giustificato (Calvino è morto nel 1985) – anche se riserverebbe non poche sorprese. In questo libro si segue un’altra via, meno diretta ma più promettente: quella di verificare una sensibilità, un’attenzione al mondo non umano non in dichiarazioni, ma in testi che le lascino affiorare inequivocabilmente.

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Perché Calvino

“Sei qui ma potresti non esserci,
in un mondo che potrebbe non esserci ma c’è”
(Italo Calvino)

Perché Calvino. Un perché che risponde in realtà a due domande: qual è stata l’origine e quali sono le ragioni che stanno alla base della mia predilezione per Calvino? e, dall’altro lato, da dove nasce la convinzione – che qui illustro nella forma di una rapida rassegna di brani dei Saggi e delle interviste dello stesso Calvino, oltre che di alcune delle sue opere narrative – che valga la pena di continuare a leggere, e rileggere, questo scrittore, il “nostro classico del Novecento”?

Quello che segue è il testo del mio intervento all’incontro del 15 ottobre, alle 17, che la Nuova libreria Rinascita ha organizzato per ricordare lo scrittore nel giorno in cui ricorre il centenario della sua nascita.

Altri momenti nei quali mi è stato reso possibile offrire un contributo alle celebrazioni del centenario sono la presentazione di Calvino fa la conchiglia. La costruzione di uno scrittore, con l’autore Domenico Scarpa, alla Fondazione Calzari Trebeschi il 25 ottobre alle 17.30, e una conversazione su un libro nel quale ho rivisitato alcuni dei racconti e dei romanzi di Calvino, Collezione di storie, alla Biblioteca di Buffalora, il 3 novembre alle 20.30, e presso l’Università degli adulti di Mazzano il 18 dicembre, alle 14.30.

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Sfuggire alla drammaticità del divenire

Massimo Bucciantini, Pensare l’universo. Italo Calvino e la scienza, Donzelli 2023 (pp. 188, euro 25)

Un’avvertenza che ogni lettore di Calvino comprende al volo, innanzitutto: “Quando si ha a che fare con Calvino, il rischio che si corre più di frequente è quello di restare imprigionati dentro Calvino. Felicemente imprigionati, s’intende”. Per scongiurare il pericolo di “percorrere in lungo e in largo il suo universo narrativo e di restarne però, alla fine, prigionieri” non resta che una soluzione: “restringere il campo”, “lasciando perdere fin da subito ogni desiderio di completezza, e dunque scegliere: “Raccontare Calvino e la scienza è stato dunque anche un modo per far uscire Calvino da Calvino”, per trovare un bandolo nel discorso sviluppato in quarant’anni di lavoro. Tenendo però presente un dato di fondo: “Per Calvino la scienza non è mai termine di un rapporto. (…)

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Gioco combinatorio e libertà inventiva

Fabio Gambaro, Lo scoiattolo sulla Senna. L’avventura di Calvino a Parigi, Feltrinelli 1973 (pp. 169, euro 18)

Il titolo evoca la definizione che Cesare Pavese, negli anni del lavoro comune all’Einaudi, recensendo il primo romanzo del collega aveva dato di Italo Calvino, “scoiattolo della penna” ma, anche, delimita il periodo di cui si vuole trattare: gli anni che vanno dal 1967 all’80, quelli in cui Calvino abita a Parigi – con la moglie Chichita, la figlia Giovanna, nata due anni prima dal loro matrimonio e il primo figlio di lei, Marcelo, adolescente – in square de Châtillon, nella periferia sud della capitale, e scrive, molto: prosegue le Cosmicomiche per passare poi, a inizio anni ’70, alle Città invisibili e al Castello dei destini incrociati cui seguirà Se una notte d’inverno un viaggiatore, nel ’79, l’anno cui risale anche La poubelle agréée. Opere che consolidano la fama internazionale dello scrittore italiano e che segnano una svolta nella sua produzione, addirittura una cesura, a parere di alcuni.

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Il tempo, la vita, gli altri / Italo Calvino

“E io passavo i giorni (…) bambino solitario, e ogni cosa per me era uno strano simbolo (…) Poi c’erano i grandi, che avevano il compito di trattare con le cose, con le vere cose. Io non dovevo far altro che scoprire nuovi simboli, nuovi significati. Così sono rimasto tutta la vita. mi muovo ancora in un castello di significati, non di cose, dipendo sempre dagli altri, dai ‘grandi’, da quelli che manovrano le cose”.

Leggerezza concisa, esattezza del giudizio

Italo Calvino, Il libro dei risvolti. Note introduttive, quarte di copertina e altre scritture editoriali, Mondadori 2023 (pp. 430, euro 15)

La “scrittura paratestuale” di Italo Calvino, impiegato, dirigente e poi collaboratore esterno dell’Einaudi fra il 1947 e il 1983: brevi testi, per la maggior parte anonimi, di presentazione di libri e autori pubblicati dalla casa editrice, sono quelli che leggiamo in questo libro. “Il massimo del tempo della mia vita l’ho dedicato ai libri degli altri, non ai miei”, avrebbe constatato lo stesso Calvino a fine anni ’70, riferendosi anche alle cinquemila lettere intercorse tra lui e gli scrittori con cui era entrato in rapporto – una selezione è comparsa in un libro intitolato appunto I libri degli altri, Mondadori 2022, il cui curatore, Giovanni Tesio, sottolineava come quello con gli autori suoi corrispondenti sia stato sempre un dialogo per lo più ma non esclusivamente editoriale, che almeno in parte coinvolgeva l’officina e i retroscena delle sue stesse opere”.

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Enclopedia Calvino

Domenico Scarpa, Calvino fa la conchiglia. La costruzione di uno scrittore, Hoepli 2023 (pp. 832, euro 30)

Uno strumento utile per orientarsi fra i molti libri pubblicati in occasione del centenario della nascita di Italo Calvino, avvenuta il 15 ottobre del 1923, e insieme un’introduzione alla lettura di alcuni di essi, che queste note segnaleranno sino alla metà del mese prossimo: questo e molto altro offre quella che si potrebbe sinteticamente definire, per la sua complessità e la sua esaustività, un’ Enciclopedia Calvino, capace di render conto non solo dell’uomo e dell’autore ma anche del contesto nel quale la sua opera si è via via realizzata. Senonché, la definizione potrebbe risultare fuorviante: il lavoro di Scarpa non si limita a raccogliere dati e informazioni, ma propone letture critiche che si rapprendono spesso in interpretazioni illuminanti, di Calvino ma anche del secondo ’900 italiano, letterario e non solo letterario, e si aprono a considerazioni più generali sullo scrivere e sulla letteratura.

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Elogio (e segreti) della poesia

Nicola Gardini, Consigli a un giovane poeta, Garzanti 2023 (pp. 204, euro 16)

Le Lettere che Rainer Maria Rilke e la Lettera che Virginia Woolf indirizzavano a un giovane poeta sono ben presenti in queste pagine, sin dagli esergo che le precedono, e nei “consigli” che l’autore avanza non solo a chi aspira alla scrittura poetica o ne tenta le prime prove, ma anche a coloro che ne sono fruitori e possono ritrovare qui, espressi con rigore e insieme con una passione capace di trasmettersi, idee che la lettura di poesie aveva permesso di abbozzare soltanto. A partire da una fondamentale distinzione: prima di ogni poesia c’è la Poesia, “intuizione e ricerca di affinità”, di “corrispondenze” come amava dire Baudelaire, che si creano attraverso la ripetizione (di lettere, parole, frasi, ritmi sillabici) che avvince “l’orecchio e la mente del lettore-ascoltatore, lo stimola ad aspettarsi (…) il ritorno di qualcosa, a stare nel tempo e nello spazio della poesia e a viverlo come spazio di una promessa”.

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